DeepSeek, il Garante Privacy chiede informazioni all’IA che viene dalla Cina
Il Garante Privacy chiede informazioni a DeepSeek sull’uso dei dati personali in Italia. E così l’intelligenza artificiale, con le sue innovazioni e le sue sfide tecnologiche, politiche e di gestione dei dati, torna sotto i riflettori dell’Autorità per la protezione dei dati personali. Il Garante Privacy ha infatti inviato una richiesta di informazioni a Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e a Beijing DeepSeek Artificial Intelligence, le società che forniscono il servizio di chatbot DeepSeek, sia su piattaforma web che su App.
Intelligenza artificiale, l’arrivo di DeepSeek
DeepSeek è una start-up di intelligenza artificiale a basso costo che viene dalla Cina. Uno dei punti di forza evidenziato dalle cronache che raccontano lo sviluppo di questa IA è che il modello DeepSeek-R1 è stato addestrato a un costo inferiore rispetto a quelli necessari per gli altri modelli di intelligenza artificiale, dichiarato in 6 milioni di dollari rispetto ai 100 milioni di dollari per GPT-4 di OpenAI nel 2023 (Fonte: Wikipedia).
Il 10 gennaio 2025 DeepSeek ha rilasciato la sua prima app chatbot gratuita e al 27 gennaio aveva superato ChatGPT come app gratuita più scaricata sull’App Store iOS negli Stati Uniti. Il 27 gennaio ha causato il crollo dei titoli tecnologici a Wall Strett. La start-up si presenta con un approccio open-source, aperto dunque ad altri sviluppatori di tutto il mondo per l’accesso al codice dei modelli AI, per modificarli e personalizzarli (Wikipedia).
Il debutto di DeepSeek, finanziata dal fondo speculativo cinese High-Flyer e fondata da Liang Wenfeng, che ne è amministratore delegato, testimonia come la competizione fra Stati Uniti e Cina si sia spostata anche sul piano degli investimenti in intelligenza artificiale.
Il Garante Privacy chiede informazioni sui dati personali
L’addestramento di DeepSeek solleva, come già accaduto per altre IA, interrogativi legati alla gestione dei dati personali. Così ieri il Garante Privacy italiano ha inviato una richiesta di informazioni alle società che forniscono DeepSeek.
L’Autorità “considerato l’eventuale alto rischio per i dati di milioni di persone in Italia”, si legge in una nota stampa, “ha chiesto alle due società e alle loro affiliate di confermare quali siano i dati personali raccolti, da quali fonti, per quali finalità, quale sia la base giuridica del trattamento, e se siano conservati su server collocati in Cina”.
Il Garante Privacy inoltre ha chiesto “che tipo di informazioni vengano utilizzate per addestrare il sistema di intelligenza artificiale e, nel caso in cui i dati personali siano raccolti attraverso attività di web scraping, di chiarire come gli utenti iscritti e quelli non iscritti al servizio siano stati o vengano informati sul trattamento dei loro dati”. Le due società dovranno rispondere entro 20 giorni.
DeepSeek, MDC: nuovi strumenti IA possono favorire la concorrenza ma serve tutela dati
L’iniziativa del Garante Privacy viene accolta con favore dal Movimento Difesa del Cittadino. L’associazione presenterà oggi un esposto al Garante per sollecitare un approfondimento sulla gestione della privacy da parte di DeekSeek.
I nuovi strumenti di intelligenza artificiale, spiega MDC, possono favorire la concorrenza ma bisogna prestare attenzione alla protezione dei dati, alla policy privacy dell’azienda e alla conservazione dei dati su server in Cina.
Sostiene l’avvocato Francesco Luongo, esperto di MDC: «DeepSeek ha un’architettura innovativa e le nuove iniziative nel campo dell’intelligenza artificiale possono favorire la concorrenza e ridurre i costi, aprendo nuovi scenari per l’Unione Europea ancora in ritardo su questo fronte».
Tuttavia, prosegue Luongo, «è forte la preoccupazione per alcuni aspetti della privacy policy che appaiono poco chiari e potenzialmente in contrasto con il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR)».
MDC evidenzia in particolare “la poca chiarezza di DeepSeek sul trasferimento dei dati personali verso paesi terzi, sulle finalità del trattamento dei dati e sui diritti degli utenti. La conservazione dei dati su server situati in Cina – prosegue l’associazione – potrebbe non garantire le tutele previste dal GDPR, inoltre le informazioni fornite agli utenti potrebbero non essere sufficientemente chiare riguardo all’uso dei loro dati personali e DeepSeek potrebbe non garantire adeguatamente i diritti degli utenti in merito all’accesso, rettifica e cancellazione dei propri dati”.
Autore del post: Help Consumatori Fonte: https://www.helpconsumatori.it/ Continua la lettura su:
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